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La iniziò con veemenza: “Dimenticavo di dirtelo. Tutto si dimentica in una giornata simile. Sai chi ho visto nella folla plaudente? Il rappresentante dell'editore Westermann di Vienna. M'avvicinai a lui per seccarlo. Applaudiva anche lui che non sa una parola di italiano. E invece che risentirsi, mi parlò subito di te. Mi domandò quali impegni tu avessi col tuo editore per quel tuo vecchio romanzo Una Giovinezza. Se non erro, tu l'hai venduto quel libro?”. “Nient'affatto, - disse Mario con grande calore. - È mio, del tutto mio. Pagai le spese dell'edizine fino all'ultimo centesimo, a dall'editore non ebbi mai niente”. Parve che il commesso viaggiatore desse grande importanza a quanto apprendeva. Egli ben sapeva quale aspetto dovesse assumere un uomo quando improvvisamente vede affacciarsi la possibilità di un buon affare, perchè egli aveva almeno una volta al giorno quell'aspetto. Si raccolse e s'inarcò come se avesse voluto prendere uno slancio: “C'è allora la possibilità di vendere quel romanzo - esclamò - Peccato ch'io non lo avessi saputo. E se ora buttano subito fuori di Trieste quel tedescone? Addio affare! Pensa ch'egli è venuto a Trieste proprio per trattare con te”. Mario era indignato, e bisogna constatare con un po' di sorpresa che l'indignazione fu il primo suo sentimento all'annunzio dell'inaspettato successo, mentre non aveva mai conosciuto l'indignazione nei lunghi anni di vana attesa. Come aveva potuto credere il Gaia che il romanzo non fosse più suo? Chi mai in quegli anni aveva domandato di acquistarlo? E fu oppresso da un'ira ch'era insopportabile, perchè subito intese che non doveva rivelarla. Egli era ora tutto nelle mani del Gaia e vedeva che non doveva offenderlo. Ma con dolore pensò che si trovava nelle mani di persona che con la sua leggerezza minacciava di rovinarlo. Bisognava ricordare come il mondo apparisse sconvolto e disordinato in quei giorni. Se il rappresentante dell'editore era sparito nella folla, e non ci pensava lui stesso a riapparire, convinto com'era che l'affare di cui era incaricato fosse già stato fatto da altri, sarebbe stato impossibile rintracciarlo. Non c'era mai stata a questo mondo una folla simile a quella che si muoveva allora fra Triste e Vienna, attaccata agli scarsi treni ferroviari, o in forma d'ininterrotta fiumana, a piedi, sulle vie maestre, composta dall'esercito in fuga e da borghesi emigranti o rimpatrianti, tutti anonimi, ignoti come schiere di bestie cacciate dall'incendio o dalla fame. Non dubitò un istante della perfetta verità delle comunicazioni del Gaia. Doveva essere più disposto alla credulità in seguito a quel successo di ogni sera del suo romanzo nella stanza del fratello. E quando, molto tempo dopo, seppe della trama ordita ai suoi danni, per scusare verso se stesso la propria dabbenaggine, propose la favola in cui si racconta che molti uccelli perirono perchè sullo stesso posto s'annidarono due uomini di cui uno buono e generoso, e l'altro malvagio. Su quel posto, per lungo tempo, ci fu il pane del primo, in ultimo la pania dell'altro. Proprio com'è insegnato in un libercolo in cui s'insegna scientificamente l'insidia agli alati e che qui naturalmente non si nomina.

 



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La comenzó con vehemencia. "He olvidado de decirte algo. Todo se olvida en un día como este. Sabes quien he encontrado en la muchedumbre que aplaudía? El representante de la editorial Westermann de Vienna. Me acerque a él para fastidiarle. Él también aplaudía a pesar de que no sabe ni una sola palabra de italiano. Pero envez de enojarse comenzó a tutearme poco después. Me preguntó que relación tenías tú con el editor in cuanto se refiere a tu vieja novela Una Juventud. Si no me equivoco, vendiste este libro?" "Nada de esto", dijo Mario excitado. "Es mio, completamente mio. Pagué los costes de la edición hasta el último centavo, de la editorial no recibí nunca nada." Parecía que el agente comercial diera gran importancia a lo que acabó de enterarse. Él sabía bien que aspecto tenía que tener un hombre que de improvisto ve la posibilidad de un buen negocio, porque él tenía este aspecto por lo menos una vez al día. Tendió sus músculos y se agachó como para saltar: "Así que existe todavía la posibilidad de vender esta novela", exclamó, "qué lástima que no lo sabía. Y que pasa si ahora echan fuera de Triest a los alemanes? Adios negocio! Imagínate que ha venido a Triest solo para hablar contigo." Mario era indignado y hay que constatar que era un poco sorprendente que la indignación fue su primer sentimento, mientras no se había indignado jamás en los años largos de vana espera. Cómo Gaia había podido creer que la novela ya no era suya? Quién en todos estos años había querido comprarlo? Una ira se apoderó de él que era insoportable, porque comprendió que no debía revelarla. Estaba ahora totalmente en las manos de Gaia y comprendía que no debía ofenderlo. Pero le dolía pensar que se encontraba en manos de una persona que menazaba de ruinarlo con su indiferencia. Hay que acordarse de que el mundo aparecía confuso y desordenado en estos tiempos. Si el representante de la editorial había desaparecido en esta muchedumbre y él mismo no pensaba en reaparecer, convencido que el negocio ya había hecho por otros, sería imposible reencontrarlo. En este mundo no hubo jamás una muchedumbre como aquella que se movía entonces entre Triest y Viena, agarrada a los trenes o en forma de un ininterrumpido corriente de personas, a pie, sobre las carreteras principales, compuesto del ejército en fuga y de burgueses emigrantes, todo anónimos, desconocidos como manadas de bestias, cazados del incendio o de la hambre. No dudaba ni un instante que todo lo que había dicho Gaia fuera verdad. Tenía que estar más dispuesto a creerle después de lo que había ocurrido con su novela en el cuarto del hermano. Y cuando, mucho tiempo después, supo del complot tramado para dañarle, inventó una fábula para excusar delante de si mismo su estupidez, en la cual se cuenta que muchos pájaros perecieron porque en el mismo lugar anidaron dos hombres de los cuales uno fue generoso y el otro malicioso. En este lugar, por mucho tiempo, estaba el pan del primero y la cola del otro. Fue escrito como se describe en un libro técnico la trampa para los aves pero que en esta fábula obviamente no fue descrita.






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