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38 Appena allora il Gaia si sentì imposta la resistenza, visto che senza di essa non poteva sapere quando Mario avrebbe interrotta la sua azione. S'accostò minaccioso a Mario, ma era tanto debole che un altro colpo raggiunse in pieno la sua faccia sebbene egli l'avesse parato a tempo. Fu anche spaventato da un grido roco di Mario che gli parve significare un'ira inumana. Era stato invece strappato a Mario dal dolore al braccio lussato. Il naso del Gaia sanguinava e, col pretesto di coprirselo col fazzoletto, il povero burlone s'allontanò di un passo da Mario. Non era quello il vero posto adatto a punizioni, ma Mario non se ne accorse. Una donna del popolo, tonda e infagottata, con una cesta al braccio, si fermò a guardarli. Il Gaia si vergognò anche perchè Mario aveva finalmente riacquistata la parola e gli lanciava delle insolenze: “Ubbriacone, svergognato, mentitore”. Volle trovare un'espressione virile, ma non seppe perchè si sentiva male, molto male, ed era anche impensierito. Egli sapeva con certezza di essere stato percosso al capo, e non comprendeva perchè gli dolesse il fianco. Se gli fosse doluta la testa non vi avrebbe dato peso. Col fiato corto, disse a Mario: “Non comportiamoci da facchini. Io sono interamente a tua disposizione”. “Ma che parli di cavalleria, tu? - urlò Mario. - Non senti neppure la vergogna degli schiaffi che avesti?”. E qui Mario trovò finalmente il modo di dire le parole con le quali avrebbe voluto iniziare le spiegazioni: “Ricordati che se tu divulghi la burla che osasti, io rendo noto quanto qui è avvenuto e rinnovo il trattamento che ora subisti, ma anche a calci”. Ricordò che a questo mondo esistevano anche i calci, e ne inferse subito uno al povero Gaia. Il quale, sempre ripetendo ch'era a disposizione di Mario, e tenendo coperta col fazzoletto metà della faccia, si ritirò verso casa sua, negli occhi una minaccia, ma il corpo del tutto inerte. Mario non l'inseguì, e, stomacato, gli volse le spalle. Si sentiva meglio, molto meglio. Le vittorie dello spirito, non v'ha dubbio, sono molto importanti, ma una vittoria dei muscoli è salutare assai. Il cuore acquista novella fiducia nel vaso in cui batte, e si regola e rafforza. S'avviò al proprio ufficio. La bora soffiava tanto violenta che sul ponte del Canale egli dovette arrestarsi per raccogliere le forze prima di varcarlo. Ebbe così uno spettacolo che veramente lo esilarò. Sull'acqua navigava verso il mare aperto, e abbastanza velocemente, il cappello del Gaia. Veleggiava proprio. La vela era costituita da un tratto della falda, che sporgeva dall'acqua e dava presa al vento. |
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